Questo “service” per la città è stato concepito e realizzato a respiro triennale, previa autorizzazione e con supporto delle autorità competenti. L’impegno economico che comportava da parte del Club ha coinvolto l’operato di ben tre annate rotariane, dal 2017 al 2019, nelle persone dei presidenti e dei relativi consigli direttivi.
Il nostro club deve essere soprattutto grato ai nostri due soci, l’arch. Ennio Nonni e l’arch. Alessandro Zauli, i quali, nella concretizzazione di questa straordinaria idea innovativa, hanno impegnato con gratuità la loro grande capacità professionale.
Unitamente al nostro doveroso riconoscimento alla loro sensibilità professionale e rotariana, ci preme riportare uno stralcio della loro comunicazione sullo “stato dell’arte” di questo importantissimo progetto inviata a suo tempo dai nostri due professionisti al sindaco di Faenza:
“Il Rotary di Faenza propone un nuovo grande e strategico progetto da attuarsi a partire dal 2017 e concludersi entro il 2019. La città di Faenza, di fondazione romana, ha un patrimonio archeologico fra i più importanti dell’Emilia-Romagna. Oggi queste opere d’arte si trovano all’interno dei depositi di Palazzo Mazzolani, testimoniano la riccheza delle origini della città, ma non sono visitabili nè visibili. Il progetto di realizzare un nuovo polo museale archeologico, in cantiere da decenni, non decolla per evidenti ragioni economiche e logistiche. Il Rotary di Faenza ha proposto, in accordo con la Sovrintendenza Archeologica Belle Arti, con gli atri entri preposti e il comune (in veste di coordinatore), la realizzazione di uno spazio di circa 120 metri quadrati, di un “museo di nuova generazione”, cioè di essere visibile, ma non visitabile. L’obiettivo è quello di generare attrattività mediante una fruibilità libera. Il monumentale Palazzo Mazzolani, con l’atrio recentemente restaurato, consentirà di accedere alla più grande corte a verde presente in centro storico e da questa ammirare nelle sei arcate lineari una selezione di reperti archeologici in uno spazio allestito a illuminazione a led e pannelli informativi posti all’esterno, oltre a sistemi di accesso informatico. In pratica questo spazio museale esplicherà la sua funzione espositiva senza generare però quei costi di sorveglianza, sicurezza e fruibilità degli spazi, che hanno impedito fino a oggi ogni ragionamento sul polo archeologico. Il Rotary diventa così attore della creazione di un nuovo “museo” in città, contribuendo a far conoscere ai faentini l’importanza culturale della propria origine romana. Il progetto è coordinato dagli architetti Ennio Nonni e Alessandro Zauli.”