“Da un buon io deriva un buon noi”: con queste parole Antonia De Santis ha introdotto la serata del Rotary Club di Faenza. Durante l’incontro aperto dal presidente Andrea Rava, alla presenza di una nutrita partecipazione di soci, si è dibattuto dei nuovi ruoli che in ambito aziendale stanno assumendo i responsabili delle risorse umane, non più solo impegnati nella valutazione dei profili più idonei per essere assunti, ma anche nella costruzione quotidiana del benessere nei luoghi di lavoro, dove diventano giorno per giorno più importanti valori improntati alla meritocrazia, allo spirito di collaborazione, alla condivisione di metodi e obiettivi, fino all’etica.
Il percorso di Antonia De Santis, laureata in psicologia, dopo alcune esperienze cliniche, si è realizzato più di recente come psicologa della salute all’interno dell’azienda Battipav, sita a Cotignola, ove operano una cinquantina di dipendenti nel settore delle macchine e attrezzature per l’edilizia. Il giovane titolare, Stefano Tondini, figlio dei fondatori dell’azienda, autodefinendosi un po’ visionario, ha voluto rimarcare la sua convinzione inserendo nell’organigramma aziendale la figura dello psicologo della salute, dopo le prime positive esperienze in “outsourcing”. Ed ecco l’arrivo in pianta stabile di Antonia De Santis.
Antonia ha avuto il compito di creare un nuovo clima aziendale, di creare un maggiore “benessere organizzativo” per ottenere maggiore efficienza produttiva con minori sforzi umani, di far crescere fra i reparti motivazioni e fiducia nel proprio ruolo per generare soddisfazione e produttività più consapevole. Un clima aziendale positivo si traduce sulle performance lavorative soprattutto attraverso un sentimento di maggiore affiliazione, senso di appartenenza, minore turn-over e minori rischi correlati (a cominciare dagli infortuni e dall’assenteismo). La maggiore soddisfazione la si ottiene quando un lavoratore parla bene dell’azienda da cui dipende, ha ribadito Antonia.
Battipav aveva già introdotto i premi annuali di tipo meritocratico, l’orario flessibile, lo “smart-working” (ancora prima del Covid), così come le riunioni organizzative interne e la comunicazione fra reparti e operatori; mancava però un tassello: la figura dello psicologo del lavoro, una risorsa mediatrice fra l’impresa e i suoi dipendenti, in affiancamento ai lavoratori, con il ruolo di facilitarne rapporti personali e trasversali.
Oggi ci sono nuove modalità di confronto fra le persone, si parla di “team building”, di empatia e cooperazione, di condivisione delle linee guida e della policy aziendale; l’obiettivo è quello di insistere sulla formazione costante, sulla maturità manageriale, sulla condivisione di valori fondanti e codici etici. Una bella storia, quella di Antonia e di Battipav, una storia moderna, ma non scontata, una storia che racconta come sia possibile fare impresa in modo sostenibile, da tutti i punti di vista, soprattutto quello dei lavoratori.