L’Architetto Daniele Pascale Guidotti Magnani – Docente presso il Polo Universitario della città di Cesena – ha presentato al Rotary Club Faenza, il libro “Una piazza del Rinascimento. Città e architettura a Faenza all’età di Carlo II Manfredi (1468-1477)”.
Dopo aver ringraziato il presidente Alessandro Cantagalli per il sostegno che il Club ha dato sia alla pubblicazione che alla ricerca effettuata, ha messo in evidenza il bel lavoro di squadra svolto tra il Rotary, l’Amministrazione Comunale e l’Università, su un progetto che andrà a migliorare notevolmente il centro storico della nostra città.
Prosegue poi parlando della sua pubblicazione (in fase di ultimazione) e con le immagini relative alle sue ricerche storiche – condivise tramite lo schermo della piattaforma zoom – focalizza l’obiettivo sull’importanza della Piazza di Faenza nella storia del Rinascimento Italiano e dell’architettura di quel periodo.
Faenza inizia nella seconda metà del 400 ad interessarsi ad una grande opera di rinnovamento della Piazza centrale, con un complessivo ridisegno del centro urbano che per l’epoca non ha pari, considerando il contesto della città della Romagna in quel periodo. Carlo II Manfredi mette in opera questo intervento negli anni 1469, mentre le altre piazze iniziano a essere riqualificate più tardi, negli anni 80/90 del 400. Quindi Faenza si dimostra un caso unico, sottolineando un primato della nostra città rispetto alle altre della Romagna, nella riqualificazione della Piazza Centrale.
Tante sono le immagini iconografiche mostrate, tra cui il loggiato con il prospetto di Pistocchi dove si osservano le decorazioni oggi andate perse, ma ancora visibili in un affresco settecentesco che si trova in Duomo nella cappella del Beato Nevolone e che mostra chiaramente l’immagine del Palazzo Manfrediano come era nel 700.
Passando all’altro lato della Piazza c’è il loggiato del Palazzo del Podestà che viene costruito in pieno 700, in due differenti fasi (prima il loggiato inferiore e poi quello superiore). A questo proposito è interessante notare che in tre secoli di storia, cioè dal 400 fino al 700, si sia mantenuta intatta l’idea di questa Piazza richiamante il foro romano, portata avanti già da Carlo II Manfredi e dal suo Architetto (forse Giuliano da Maiano). I documenti notarili del 400 raccontano una storia ben precisa, cioè che Carlo II Manfredi negli anni 70 del 400 inizia ad acquistare tutte le botteghe sottostanti il Palazzo del Podestà, le fa demolire con l’intento di ampliare ed abbellire la Piazza. Quindi anche se non ha mai costruito un portico nel Palazzo del Podestà è evidente che già nel 1470 lui aveva l’idea di fare realizzare un portico anche nell’altro lato della piazza.
Seguono poi le foto degli anni 30 del 900, dove si nota il rimaneggiamento e la ricostruzione avvenuta negli anni del fascismo. Una struttura così aerea e sottile in realtà aveva qualche problema strutturale, ecco perché in quegli anni viene ricostruita la parte superiore ed è quella che vediamo tutt’ora. Questa, secondo il relatore, è forse la ragione principale per cui la Piazza faentina è sempre rimasta ai margini della bibliografia architettonica, perché vediamo infatti una Piazza ricostruita nel 800/900.
Dopo questa appassionante e coinvolgente relazione sulla storia della Piazza di Faenza, ricca di particolari e cenni bibliografici, l’Arch. Pascale Guidotti Magnani conclude ribadendo quanto l’opera dei due fratelli Manfredi abbia coinvolto tutta la città. I loggiati nella Piazza e la rettificazione delle strade principali evidenziano che, oltre alle opere volute da Carlo II Manfredi, che fa costruire il suo loggiato e fa demolire i portici tra il 1469 ed il 1473, anche Federico Manfredi, Vescovo della città, pone nel 1474 la prima pietra per la ricostruzione della Cattedrale e mette in risalto la specificità di Faenza , quando nello stesso periodo nessuna altra città romagnola sta ricostruendo la Cattedrale in maniera così rivoluzionaria.
Tutte queste opere contribuiscono a dimostrare che Faenza e i suoi governanti sono dotati di una cultura tale da poterli accomunare ai grandi Signori dell’epoca in Italia, ossia con i Medici, i Gonzaga e gli Este. E’ vero purtroppo che, attraverso la storia, sappiamo quanto le operazioni di Carlo II e Federico Manfredi abbiano poi alienato completamente il favore della cittadinanza. In relazione a questo, alla fine del 1477, il terzo fratello Galeotto Manfredi, presentatosi in armi sotto le mura di Faenza, riuscì a scalzare i due fratelli divenendo il nuovo Signore della città ed aprendo un nuovo capitolo della storia faentina.