L’introduzione della serata è affidata al Socio Luca Saragoni che, ringraziando il Club, si dice onorato di potere presentare gli ospiti illustrando le finalità dell’Associazione “GrandeGiù” for Love and Care. I primi contatti di Luca con Giuliana, che è attualmente Presidente dell’Associazione, risalgono al 2012, a due anni dalla prematura scomparsa della figlia Giulia, che ha affrontato un percorso di vita e di malattia consapevole e lasciando a Giuliana un testamento finalizzato alla realizzazione di una serie di progettualità dedicate ai giovani adulti ammalati nel rispetto di una “attentio” profonda della cura e del prendersi cura.
L’Associazione “GrandeGiù” è nata il 12 Marzo 2012 per dare forma concreta ai sogni e agli ideali di Giulia Gramellini, una ragazza forte e coraggiosa che, nei momenti finali della sua breve esistenza terrena, ha tracciato un testamento spirituale dedicato ai ragazzi che come lei attraversano l’esperienza della malattia, e ai suoi adorati amici del mondo a quattro zampe, cani e cavalli, diffondendo con le sue parole calore, umanità e una gioia immensa che ha trasformato il suo percorso di sofferenza in un’esperienza di luce.
Un giovane che purtroppo incontra questa esperienza drammatica della malattia, vive una frattura netta nel suo percorso di vita con i tanti sogni e progetti che vengono bruscamente interrotti. La possibilità di condividere con altri giovani ammalati una serie di attività ludico-ricreative in ambienti dedicati e personalizzati dagli stessi ragazzi in un percorso di vita difficile e traumatico è quanto di più meritorio l’Associazione stia portando avanti.
La parola passa a Giuliana Gemelli, che ringrazia per le belle parole ed illustra le progettualità che l’Associazione si prefigge per mantenere fede al testamento della figlia Giulia: percorsi legati alla medicina complementare, ad attività quotidiane e di creatività dei giovani seguiti dai docenti delle varie discipline. In questo suo “viaggio” legato alla vita dell’Associazione ha incontrato ad un Convegno il Prof. Francesco Lanza, Direttore della U.O.C. di Ematologia dell’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, momento nel quale scocca la scintilla che si traduce nella collaborazione e nella condivisione delle idee che animano la vita dell’Associazione.
Nasce il libro “Benessere condiviso”, ultimo di una serie, nel quale gli autori hanno lavorato a titolo gratuito, tra cui anche il Socio Luca Saragoni, con grande entusiasmo e coinvolgimento. Tante storie di giovani, narrazioni di progetti in cui, grazie alla compagnia degli animali, hanno superato le fasi critiche della malattia e sono rinati; storie anche di chi purtroppo non ce l’ha fatta, lasciando un dolce ricordo.
Il sogno di Giuliana è quello di dare “compimento” a coloro a cui la è vita spezzata: un’opportunità nei momenti più difficili della vita e garantire loro una visione serena del futuro. Un progetto incentrato sul rapporto medico/paziente, sul quale ci ha relazionato il Prof. Lanza parlandoci del suo contributo umano e scientifico, che è quello di un uomo che ha sempre vissuto a contatto con le malattie ematologiche ed oncologiche. Un percorso che lo ha portato sempre ad interrogarsi sul rapporto fra il medico e il paziente: una persona “bisognosa” che dobbiamo comprendere in tutte le sue sfaccettature, tessendo una relazione con la sua sfera più profonda.
Il paziente chiede al medico qualcosa che sia di più dell’atto terapeutico, volto alla guarigione. Il medico deve infondere sicurezza, facendo intravedere orizzonti a cui aggrapparsi per poter continuare a vivere. Il compito di un ematologo/onco-ematologo non è solo quello di prescrivere delle cure, ma mantenere uno sguardo attento alle industrie farmaceutiche e biotecnologiche che possano fornire farmaci innovativi e che diano una speranza.
Un esempio è il caso di Giulia, che, nel momento in cui è sembrato che le terapie tradizionali non facessero effetto, rivolgendosi ad un altro centro, ha potuto affrontare un’ulteriore fase della sua vita, molto fervida e proficua anche nell’aspetto intellettuale, che le ha consentito di dettare a Giuliana quello che è stato il suo testamento, che in seguito è stato tramutato in realtà. Occorre premiare il paziente, dandogli fiducia, ponendo l’accento sui lati positivi in questi momenti che possono essere più o meno lunghi.
Il progetto si propone di essere uno stimolo per tutti i medici che ogni giorno affrontano una realtà molto dura, spesso densa di momenti difficili. È molto importante quindi ritagliarsi qualche attimo per intravedere “qualcosa di più”. Tornando al libro nella sua stesura si è cercato di seguire un “leitmotiv” umanistico e artistico; la testimonianza del Prof. Enrico Franzoni, professore associato di Neuropsichiatria Infantile, ci riconduce alla medicina complementare di cui è stato uno dei pionieri. Dopo la sua esperienza da giovane medico pediatrico a Londra, rientrando in Italia, segue questo percorso della medicina complementare, con l’introduzione degli animali negli ospedali e con le tecniche di rilassamento per coloro che devono affrontare mesi e mesi di cura al di fuori delle mura domestiche. La presenza dei bambini e dei giovani deve coinvolgere i genitori nelle attività terapeutiche proponendo gruppi di aiuto per la terapia con medici, famiglie ed infermieri anche con l’ausilio degli animali.